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1988

Era il 17 giugno, eravamo tutti davanti alla scuola ad aspettare che venissero esposti i risultati dello scrutinio finale. Da quelli, oltre alla promozione, dipendevano eventuali acquisti di moto, auto, l? iscrizione alla scuola guida o le vacanze stesse : se rimandata studiavi, se bocciata andavi a lavorare.

Per me era diverso, era in gioco il proseguo degli studi, per i primi tre anni di istituto avevo tirato avanti mediocremente ma in IV^ avevo battuto la fiacca e mi aspettavo due materie a settembre : diritto ed estimo.

Un? eventuale bocciatura avrebbe significato la cessazione degli studi, in casa ero gi? stata avvisata.

Alle 9.50 di quel fatidico 17 giugno un bidello e la segretaria appesero i risultati … III^ B … III^C … IV^B … IV^C … … IV^D ! ! ! ! …vediamo Azzi, Bernini, Buffagni, Carlini … ecco qua , Montanari… Montanari Barbara : RESPINTA. Diritto : insufficiente, estimo : insufficiente, italiano : insufficiente, storia : insufficiente. Rimasi allibita, storia continuavo a ripetermi, storia. Bocciata e costretta a lasciare gli studi per un? insufficienza discutibile in storia e una sufficienza risicata in italiano : non aveva senso.

Bocciata da una supplente ventiquattrenne appena laureata, la professoressa Tina Manicardi, l? insegnante pi? carina e pi? carogna dell? istituto tecnico Vallardi. Bocciata da una ragazza di soli sei anni pi? vecchia di me … me ne andai tra le lacrime senza salutare nessuno. Rientrai a casa e trovai i miei gi? al corrente della cosa , mentre accampavo qualche scusa davanti a mio padre sentii uno strattone e un rumore deciso. Mia madre mi aveva tagliata di netto i capelli che tenevo legati in una coda di cavallo lunga fino al sedere. ?Cos? avrai bisogno di meno tempo per te e non dovrai pavoneggiarti davanti ad ogni ragazzo che incontri? mi disse, ?oggi stesso andrai da Laura la parrucchiera a farti sistemare, dopo di che comincerai a lavorare? ?Dove ?? dissi io, ?Lo saprai mi rispose.

C? era poco da sistemare, avevo una striscia spelacchiata dalla nuca fino a met? testa, la sentivo con le dita. Alle 14,30 ero dalla parrucchiera, mi diede un? occhiata e scosse la testa, mi fece accomodare e mi disse : ?Posso fare ben poco, cercher? di lasciarteli pi? lunghi che posso, ma saranno sempre molto corti?

?Non importa, tagli pure. Oggi comincio pure a lavorare, non so ancora dove, magari corti saranno pi? pratici?

Accese la clipper e mentre me la passava sulla testa mi spieg? che era l? che avrei lavorato : fare gli shampoo, spazzare per terra, prendere gli appuntamenti. Dopo 5 minuti mi ritrovai con un taglio da marine : a spazzola sopra e rasati ai lati e sulla nuca. Nessun amico partito per il servizio militare rientrava in licenza tosato in quel modo : mi madre mi aveva punita e umiliata. Rasata in quel modo mi vergognavo, non volevo farmi vedere ma mi toccava lavorare in mezzo alla gente. Per tutta l? estate lavai capelli, spazzai per terra e subii le battute delle clienti, specialmente delle amiche.

I ragazzi furono molto pi? carini, qualche battutaccia all? inizio s?, ma poi comprensione e tante attenzioni, come se non volessero ferirmi ulteriormente.

Quando la professoressa Manicardi rivedendomi mi disse pubblicamente ?Spero che tu abbia dato un taglio alla scuola come lo hai dato capelli, gente come te ? meglio che vada a lavorare? mi sembr? di morire, piansi fino ad esaurire le lacrime. Giurai vendetta, ma ero fuori dalla scuola, il lavoro mi assorbiva e la cosa cadde nel dimenticatoio. Su suggerimento di Laura, iniziai, con profitto devo dire, la scuola per parrucchiera. Laura doveva essere la mia carceriera e divenne un? amica, e la punizione per una bocciatura divenne il mio lavoro.

1997

Insieme ad Anna, una ragazza conosciuta alla scuola rilevammo l? attivit? di Laura e iniziammo in proprio. Laura divenne nonna a tempo pieno. Persi la titolare ma non l? amica, ci vediamo spesso.

2001

Il telefono squillava in continuazione, ed eravamo indietro con gli appuntamenti. Dicembre per una parrucchiera ? un mese micidiale, soldi a palate ma lavoro frenetico. Eravamo piene di lavoro, Patty l? apprendista era rientrata nonostante la febbre, e arrivati al 27 dicembre spuntavano tutte le clienti dell? ultima ora che esigevano un posto il 31 pomeriggio per prepararsi alla serata.

Una fu particolarmente insistente, sentivo Anna che discuteva animatamente al telefono finch? mi chiam? e disse :?Questa insiste, ma non abbiamo pi? posto?

?Chi ? ??

?E che ne so, Tina Manicardi ha detto, ma chi la conosce ? Non ? mai venuta?

?So chi ? … dalle appuntamento per l? ora pi? tarda che le pu? andare bene?

?Ok?

Anna mi richiama : ? 18,30 dice, ma noi alle 17 del 31 dicembre chiudiamo?

?Non importa, resto io, un favore solo, mi lasci le strisce di velcro che usi quando fai palestra ? quelle che metti alle caviglie ? Prima di andare lasciale sul tavolino?

E proseguimmo il lavoro, pass? il 27, pass? il 28, il 29, il 30 e arriv? il 31 pomeriggio finalmente.

Dopo 13 anni il destino mi faceva incontrare la donna che aveva cambiato il corso della mia vita e che mi aveva umiliata crudelmente. A 24 anni era bellissima, una bellezza fredda e altera ma indiscutibile, ricordo che era alta e che portava sempre tacchi di 10-12 cm. Era mora, con capelli molto mossi, folti e lunghissimi.

Arriv? in ritardo dicendomi immediatamente di fare in fretta perch? non aveva tempo : non era cambiata affatto, sempre bellissima, abbronzata, superba, sprezzante e autoritaria. Stessi capelli stupendi, stessi tacchi, stessi abiti eleganti. Abbassai la saracinesca e le luci e la feci accomodare subito. Mentre chiedevo che acconciatura volesse le misi la mantellina, ruotai la poltrona perch? non si specchiasse, accostai la bacinella per lavarle i capelli e le sistemai la cappa sul davanti per non bagnarla. Aveva il capo reclinato e non poteva vedermi mentre descriveva cosa esattamente volesse.

Era insopportabile come 13 anni prima. Mentre le sistemavo la cappa ne approfittai per piazzarle ai polsi le strisce di velcro senza stringerle, non se ne accorse nemmeno fino a quando con due strattoni la bloccai ai braccioli della poltrona.

Non fece nemmeno in tempo a reclamare che le cacciai in bocca una pallina antistress, di quelle in spugna : probabilmente per la prima volta nella sua vita l? illustrissima professoressa Tina Manicardi poteva solo ascoltare senza dare ordini. Era livida di rabbia. Col nastro adesivo bloccai definitivamente i polsi, una cinghia a cricchetto la inchiod? allo schienale, e altre due strisce di velcro e nastro le assicurarono le caviglie alle gambe della poltroncina.

Via la bacinella, via la mantellina e via la cappa. Per rilassarla misi una videocassetta, invece delle solite sfilate, corsi per parrucchieri e pubblicit? di cosmetici un bel mix di Jovanka, GI-Jane, Tre stelle, Star Trek, varie rapature femminili alla fine della II Guerra Mondiale e slide caricate da Internet : il mio amico aveva fatto un montaggio favoloso.

La prof. era sempre pi? furibonda, dopo un quarto d? ora di video senza proferir parola accesi una vecchia e pesante macchinetta stile militare e glie la passai brutalmente dalla fronte alla nuca. L? avevo rigirata, la bloccavo con la sinistra tenendola per i capelli e la obbligavo a guardarsi allo specchio. Rapidamente ripassai la macchinetta dalla nuca alla fronte perch? vedesse i capelli caderle davanti. Quattro passate, un colpetto veloce alla tempia e dietro l? orecchio e la met? destra della chioma giaceva sparsa lasciando scoperta la cute bianchissima. Sull? abbronzatura spiccava in modo impressionante. La severa e impeccabile professoressa Tina Manicardi cominci? a perdere la sua alterigia, non stava pi? cos? dritta, inizi? a piangere e come mollai la presa sui capelli la testa le ciondol? in avanti. Le feci guardare un altro quarto d? ora di cassetta mentre le carezzavo la parte rasata per accentuarle la percezione della pelle nuda. Una massaggio con un poco di schiuma al mentolo le dette una ulteriore sgradevolissima sensazione di fresco sulla cute , proprio quello che faceva per lei.

Guardava il video come inebetita quando le spinsi la testa di lato e le passai la clipper tra i capelli rimasti : questa volta lo feci lentamente, premendo bene la lama sulla testa e facendo svolazzare le ciocche il pi? possibile. A lavoro ultimato c? era una montagna di capelli neri per terra e una testolina nuda che sussultava scossa dai singhiozzi le tolsi la pallina dalla bocca, e lei di colpo tir? su con il naso e mi guard? dritta negli occhi dicendo : ?Ovviamente sa che appena fuori la denuncer??? ?Certo? risposi gettandole sulle ginocchia una copia della Gazzetta locale. ? Avr? l? udienza il 9 gennaio per presunte offese ad uno studente, un ricorso in atto contro due dubbie bocciature, non vedo l? ora di contribuire anche io raccontando come mi abbia bocciata 13 anni fa? le dissi mentre preparavo la schiuma nell? apposita ciotola.

Croll? di nuovo sulla poltroncina.

?Lei ? Barbara ?? chiese con un fil di voce.

?Esatto? risposi passando il rasoio sul palmo della mano. L? ormai rapata professoressa Manicardi emise un sospiro e mentre guardava allo specchio i miei preparativi. Le feci qualche spugnatura di acqua bollente per ammorbidire i resti pietosi di quella che fu fino a pochi istanti prima una chioma fluente, la insaponai abbondantemente e le passai con cura il rasoio. Le feci quattro passate prima di ritenermi soddisfatta, la lustrai a puntino fino a farla sembrare di avorio dopo di che le dissi : ?Spero che darai un taglio alla scuola come lo hai dato ai capelli …. ? non mi lasci? finire la frase e scoppi? a piangere a dirotto.

La slegai e si gett? a terra raccogliendo e carezzando i suoi adorati capelli. Mi guard? implorante dal basso poi mi disse sottovoce

?Ho gi? tanti problemi con mio marito, si ? parlato anche di separazione. Non posso presentarmi cos? ad un veglione a casa del suo principale e lui non pu? non andarci. Lei ha dato il colpo di grazia anche al mio matrimonio … ma non la biasimo? aggiunse ?sto solo raccogliendo ci? che ho seminato?.

Avevo avuto la mia vendetta, vedere quella donna rasata a zero e umiliata mi mise diede un? immensa soddisfazione, ma non mi andava di avere sulla coscienza un matrimonio fallito. Mi venne un? idea.

?Come si sarebbe vestita ?? le chiesi. ?Abito blu di velluto, sabot di lam? argento e …? ?Ok,? la interruppi ?So che ? una domanda sciocca, ma si fiderebbe me ??

Sorrise tristemente, ?A questo punto che importanza ha ? peggio di cos?

?Non si fida ma non pu? fare diversamente, non ? che ha l? abito in auto per caso ??

?S?, ma non vorr? che lo vada a prendere cos? rasata ?? ?Vado io allora, mi dia le chiavi e mi dica qual? ? l? auto? Le portai l? abito, i sabot, le calze … aveva acquistato tutto per l? occasione.

La feci accomodare di nuovo sulla poltroncina, le rasai delicatamente le sopraciglia e iniziai a truccarla.

Le dissi di cambiarsi senza guardarsi allo specchio poi l?accompagnai in bagno dove avevamo uno specchio a tutta altezza : rimase a bocca aperta ! ! !

L? eyeliner molto tirato le allungava gli occhi, e sfumava in un ombretto blu metallizzato che schiariva verso l? alto. La rasatura delle sopraciglie permetteva di sfumarlo senza ostacoli. Rossetto dello stesso colore, e un velo di ombretto argentato per evidenziare la testa rasata . La professoressa Manicardi disse che avevo fatto un bel lavoro, pur ammettendo di preferire i capelli lunghi e di sentirsi un po? troppo extraterrestre cos? combinata.

?Ora vada? le dissi ?o far? tardi. Mi indic? i capelli a terra e le promisi di conservarli, poteva passare a prenderli quando voleva. Si avvi? verso l? auto : la testa le scintillava sotto le luci delle vetrine.

Mi ero vendicata e con gli interessi, non c? ? che dire : costringere una donna cos? a mostrarsi a tutti rasata a zero era una bella soddisfazione.

2002

L? 8 gennaio riaprimmo dopo una settimana di meritate ferie. Passato il periodo delle feste si riprese a lavorare con ritmi pi? umani. Il 10 pomeriggio stavo facendo una tintura quando Anna mi interruppe dicendomi che una persona mi cercava . Non credetti ai miei occhi , era la professoressa Manicardi, sempre bellissima anche rapata a zero.

?Vorrei chiederle un favore : i capelli stanno ricrescendo, pu? darmi una sistemata ? … rasarmi. Pagherei intendiamoci? Scoppiai a ridere e la accontentai, tra le occhiate attonite delle clienti presenti. Le corressi le sopraciglie con la matita visto che quelle voleva salvarle, e la rasai per benino, liscia e lucida come per S. Silvestro. E proprio del veglione parlammo : un successo incredibile, la pi? ammirata della serata. Al marito venne quasi un colpo, ma convenne che era comunque incantevole e a suo dire molto pi? dolce e trattabile. Lo choc di trovarsi pelata di punto in bianco deve averle fatto perdere tutta la sua insopportabile boria. Morale della favola di separazione non ne parlarono pi?.

Dovette abbandonare insegnamento e scuola. Non aveva necessit? di lavorare, ma non era una da starsene in ozio e cos? cominci? a ad aiutarci in negozio. Fece la sua gavetta : spazzare per terra, prendere gli appuntamenti, fare gli shampoo e … rapare a zero. Gi?, alcune sue ex allieve erano nostre clienti e un paio di loro vista la ex prof a testa nuda hanno pensato di imitarla, poi un? altra, poi un? amica. Fino ad ora ne ha rapate a zero ventotto e ventisei di queste vengono regolarmente a farsi rasare la testa ogni settimana. Dopo le ex allieve anche qualche mamma : insomma a farla breve abbiamo tra ex allieve, mamme, conoscenti e signore che vogliono distinguersi ben 44 clienti che si sono fatte rapare e si fanno rasare una o due volte alla settimana.

?Quarantaquattro donne in fila per sei col resto di due … marciavano pelate in fila per sei col resto di due !? canticchiava Tina quando ne aveva una sotto il rasoio.

E quarantaquattro testoline stilizzate rasate a zero divennero il nuovo marchio del salone quando acquisimmo Tina e Patty come socie una volta terminato il loro apprendistato.

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